Abbraccia e salva il padre
Abbraccia e salva il padre che si era impiccato.
Ragazzina lo sostiene per le gambe fino all’arrivo di mamma e nonna.
Quando l’ha visto nel giardino di casa con il cappio al collo, lui si era già lasciato cadere nel vuoto. Francesca è corsa lì in un baleno e l’ha agguantato in modo da allentare la morsa letale del cavo. L’ha fatto con tutte le sue forze. Le forze di una figlia quindicenne che vede il padre a un passo dalla morte. Si è messa a urlare chiedendo aiuto e tenendolo stretto fra le sue braccia per un minuto, il più lungo della sua vita, fino a che non sono arrivati i soccorsi: prima la moglie, poi la nonna, infine l’ambulanza e i carabinieri. Francesca ce l’ha fatta perché papà Franco è ora salvo e fuori pericolo. Rimangono alcuni traumi al collo e naturalmente il problema più grosso, la sua disperazione, quella ancora tutta da curare (ora si trova in psichiatria). È successo domenica pomeriggio fra le tranquille colline di Calolziocorte, un centro del Lecchese lungo il fiume Adda, dove il quarantaquattrenne muratore Franco Di Marco ha provato a farla finita, ennesimo caso di tentato suicidio in questa drammatica stagione italiana. Anche lui schiacciato dai debiti, pare, anche lui con l’incubo di Equitalia e di un mutuo diventato insostenibile. Il comandante dei carabinieri di Lecco, Francesco Motta, ha quantificato il movente: circa 200 mila euro.
Quella di Di Marco è la storia di una famiglia di ex ristoratori che fino a qualche hanno fa erano proprietari e gestori di un locale che oggi si chiama Santa Lucia. Lo schema del tracollo è un déjà vu: la crisi, i clienti che mancano, i fornitori che incalzano, le tasse che incombono e l’abbandono. Don Roberto Trussardi, il parroco, conosce l’uomo: «Lui fa il muratore anche se è rimasto proprietario della struttura. Ma l’affitto che riscuoteva e lo stipendio non bastavano a saldare i debiti accumulati». A peggiorare la situazione un matrimonio andato a rotoli, due figli da mantenere e, pare, la non facile convivenza della nuova moglie con il resto della famiglia che occupa tre piani di una bella casa vicino alla pizzeria. «A noi non si sono mai rivolti i signori Di Marco—precisa l’assessore ai Servizi sociali di Calolziocorte, Emilia Hoffer —.
So però di alcuni problemi familiari legati al rapporto della nuova signora con la suocera e la cognata ». Ma i carabinieri non hanno dubbi: «Il gesto è legato ai debiti ». Mentre il sindaco di Calolziocorte, Paolo Arrigoni, che è andato a trovare Di Marco in ospedale, garantisce «sullo scampato pericolo ma non sulla situazione debitoria, della quale la nostra amministrazione non era proprio a conoscenza». Comunque sia, la drammatica vicenda ha avuto un lieto fine, diversamente da molti altri casi che di questi tempi fanno urlare all’emergenza. Anche ieri il bilancio è stato nero. In provincia di Bologna un commerciante di 48 anni, socio di una ditta di ricambi per elettrodomestici, si è impiccato nel retrobottega del suo negozio. Come Di Marco, aveva delle pendenze con Equitalia.
Mentre a Vicenza un ex commerciante di 52 anni è stato trovato appeso a una giostra per bambini in un parco pubblico. Padre di due figli di 21 e 24 anni, nel 2005 aveva dovuto lasciare la gestione di un negozio di liquori e si era messo a lavorare come agente immobiliare con l’immaginabile successo che può aver avuto in questo periodo non proprio florido per il mercato del mattone. Setacciando le sue condizioni economiche e familiari, gli investigatori hanno trovato un debito di circa 7-8 mila euro con una banca e una recente separazione. Domenica aveva salutato uno dei figli prima che partisse con la madre e il fratello per un periodo di vacanza a Sharm El Sheik. Per lui e per il commerciante di Bologna il cappio si è stretto e tutto è finito. Per Franco il muratore no. Lì, nel giardino di Calolziocorte, hanno vinto il cuore e la forza Francesca, capace di strappare alla morte un padre disperato.
Andrea Pasqualetto
http://www.corriere.it/cronache/12_maggio_08
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